La CGIL ha promosso, in Italia, un vasto movimento di lotta per i diritti, per la difesa della condizione economica e sociale dei lavoratori e pensionati, per la difesa dell’occupazione e per la pace
La CGIL in Abruzzo, nell’ambito delle scelte nazionali, si è prodigata, con successo, per la migliore riuscita di tutte le iniziative.
L’anno duemiladue consegna alla CGIL un vasto consenso che deve essere tradotto in risultati per i lavoratori, pensionati, disoccupati e tutti i cittadini.
Questo consenso ci è stato accordato per la correttezza delle nostre analisi e proposte e per i nostri comportamenti coerenti e trasparenti.
La CGIL, prima di tutti, ha considerato le scelte del Governo Berlusconi come negative per il Paese ed i lavoratori.
Il “Patto per l’Italia”, oltre a modificare l’art. 18, non ha dato risposte allo sviluppo e la Finanziaria 2003 ha confermato l’indirizzo centralista e neo-liberista del Governo.
Questa politica è delineata dai seguenti tratti essenziali:
- a) competizione incentrata sulla compressione dei salari;
- fine di ogni regola contrattuale per il mercato del lavoro;
- drastica riduzione dei diritti di libertà e dignità nei luoghi di lavoro (art. 18);
- penalizzazione della scuola pubblica e del diritto allo studio;
- riduzione delle risorse per la ricerca pubblica e per l’Università;
- scarsa quantità di risorse dedicate al Mezzogiorno e alle zone in difficoltà;
- attacco al sistema sanitario nazionale;
- annullamento della possibilità impositiva decentrata e fine del controllo sulle tariffe ed incremento sostenuto dell’inflazione;
- eliminazione del Reddito minimo di inserimento.
Questa politica del Governo Berlusconi avrà conseguenze molte negative sulla regione Abruzzo. Il Presidente Pace e la Giunta Regionale hanno scelto di tacere assumendosi gravi responsabilità.
Inoltre, la crisi della Regione Abruzzo, che si protrae ininterrottamente da tre anni ha prodotto due leggi regionali finanziarie provvisorie e prevediamo che ci sarà anche per il 2003 l’esercizio provvisorio del Bilancio regionale.
Questa evidente mancanza di indirizzo politico e programmatico della Giunta Regionale contribuisce ad aggravare la pesante crisi economica e sociale, in una regione che ha già una storica fragilità.
La CGIL Abruzzo considera debole l’economia e la società abruzzese perché, ad oggi, solo il 43% di abruzzesi (uomini 57% donne 29,4%) lavora. L’Europa di Lisbona ha indicato, di contro, il 70% di occupazione come obiettivo da raggiungere nei prossimi anni.
Il reddito medio pro-capite si attesta intorno a 11.882 euro (23 milioni circa); lontano dalla media italiana e lontanissima dalle province più sviluppate del Nord e del Centro Italia, mentre il lavoro nero e il sommerso sono ancora un fatto rilevante nell’economia e società abruzzese.
Si aggiunge che negli ultimi cinque anni 1995-2001 il PIL abruzzese passa dall’86,5% all’83,1% rispetto al dato nazionale.
Resta, inoltre, inalterato il grave squilibrio economico – sociale – occupazionale – reddituale tra zone interne e di montagna rispetto alle aree costiere. La mancanza di sviluppo delle zone interne sta provocando un ulteriore spopolamento accelerando un declino che influenza negativamente tutta l’economia abruzzese.
Quindi, consideriamo grave la crisi abruzzese, in quanto alla debolezza di ieri, si stanno sommando le crisi dell’industria delle zone interne (componentistica auto e polo elettronico) e le difficoltà nei vari settori (Tlc, auto, abbigliamento, calzaturiero, appalti telefonici ed edilizia).
Allo stesso tempo il settore agricoltura ha di fronte un cambiamento radicale nell’uso delle nuove tecnologie, nel rapporto con l’ambiente e il territorio, nella sicurezza alimentare
Inoltre, per la prima volta, si stanno dequalificando e riducendo l’occupazione e il reddito derivante dal terziario pubblico e privato.
Nel settore del terziario privato si deve segnalare la forte difficoltà del sistema finanziario creditizio abruzzese caratterizzato da riduzione del personale, ristrutturazioni aziendali e nuovo controllo proprietario esterno all’Abruzzo, che modifica la capacità di intervento del sistema stesso sull’economia regionale.
Per il terziario pubblico si denuncia la grave situazione nella sanità che vede fortemente ridotto il proprio ammontare di risorse trascinando l’intero bilancio regionale verso l’impossibilità di mantenere i già fragili equilibri.
Le risposte della Giunta regionale abruzzese e del Presidente sono state incerte, negative, assenti.
Ricordiamo, ad esempio la scelta negativa di introdurre i ticket per i medicinali e la mancata decisione di trasformare le vertenze dell’industria abruzzese in vertenza verso il Governo nazionale.
Grande valore e rilievo assume la vertenza contro i ticket portata avanti unitariamente dai Sindacati dei Pensionati con una importante iniziativa di mobilitazione che ha raccolto il consenso anche dei cittadini.
La manifestazione pubblica fortemente partecipata promossa dai Sindacati dei Pensionati, unitamente alla risoluta posizione assunta da CGIL CISL UIL Regionali, che hanno subordinato la prosecuzione di relazioni sindacali con il Governo regionale alla revoca dei ticket, hanno costretto la Giunta ad annullare il provvedimento. Successivamente la sentenza del TAR, scaturita dal ricorso dei Sindacati dei Pensionati, ha fornito una forte premessa di principio per proseguire positivamente la battaglia per la tutela del diritto all’assistenza sanitaria in Abruzzo e in Italia.
Il Direttivo della CGIL Abruzzo ritiene necessario proseguire ed accentuare, ai fini di una profonda correzione delle scelte del Governo nazionale e del Governo regionale, la mobilitazione dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati e dei cittadini abruzzesi e da mandato alla segreteria di proporre a CISL e UIL le seguenti iniziative di lotta:
- dare continuità al movimento di lotta contro i ticket sui farmaci, con azioni di tutela dei lavoratori, dei pensionati e dei cittadini abruzzesi sui pagamenti già effettuati in ottemperanza alla delibera di Giunta annullata dal TAR Abruzzo per manifesta illegittimità; estendere il no ai ticket anche per le prestazioni sanitarie (pronto soccorso e specialistica); contrastare gli interventi annunciati dal Governo e dalla Regione di taglio dei posti letto ospedalieri rivendicando al tempo stesso la qualificazione della rete ospedaliera pubblica, lo sviluppo della prevenzione primaria collettiva afferente il Dipartimento di Prevenzione, la forte qualificazione dei distretti sanitari di base, la messa in atto dei nuovi servizi (ADI – RSA, …) necessari anche ai fini dell’abbattimento della spesa ospedaliera improprio.
- indire una manifestazione regionale a difesa dell’industria abruzzese e per il riequilibrio territoriale rivendicando l’apertura esplicita vertenza generale da parte della Regione Abruzzo contro il Governo nazionale, a partire dai punti di crisi in atto e che espliciti la richiesta al Governo nazionale di rivedere revisionando la zonizzazione dell’87.3.C al fine di estendere l’applicazione alle zone oggi escluse. La Regione deve, inoltre, avanzare proposte di riordino (Legge quadro) e di nuove risorse per l’industria.
Il Direttivo della CGIL Abruzzo propone a CISL e UIL, vista la non avvenuta concertazione sul DPEFR di aprire un confronto vertenziale con la Giunta Regionale abruzzese sulla Finanziaria regionale 2003, con particolare riferimento a:
- Sanità
- Trasporti ed infrastrutture
- Sviluppo dell’Economia di Montagna
- Sociale e nuove povertà (reddito minimo di inserimento)
- Occupazione soggetti deboli
- Ricerca e alta formazione
- Diritto allo Studio
- Leggi e piani di settore, legge sugli appalti pubblici;
- Credito
- Edilizia
- agricoltura
Il confronto deve avvenire su una Piattaforma rivendicativa regionale da discutere diffusamente nei territori con i lavoratori, i pensionati.
La piattaforma dovrà essere sostenuta da iniziative adeguate assumendo sin da ora, se l’esito del confronto dovesse essere negativo, la decisione di un momento generale di lotta.
Il Comitato Direttivo della CGIL Abruzzo è impegnato a sostenere i rinnovi dei CCNL di categoria, aziendali e territoriali assumendo come assi centrali delle rivendicazioni la difesa e la valorizzazione dei salari, la difesa e il rafforzamento dei diritti, forme cogenti di controllo negli appalti, la democrazia di mandato.
La CGIL Abruzzo ringrazia i circa 90.000 lavoratori, giovani, pensionati, cittadini che hanno voluto sottoscrivere la raccolta di firme “TU TOGLI IO FIRMO” contro la modifica dell’art. 18 e la deregolamentazione del mercato del lavoro, per l’estensione dei diritti e tutele fondamentali ai lavoratori atipici, per l’estensione degli ammortizzatori sociali all’insieme del mondo del lavoro.
Pescara 18 novembre 2002
Approvato a maggioranza
(1 astenuto)