Nelle pagine, messe a disposizione, si svolge il tentativo di descrivere un pezzo di storia della Cgil Abruzzo: la cronaca di un passaggio da un secolo all’altro nel contesto di una grande e pluralista organizzazione sindacale. Ma il periodo scelto, per descrivere i motivi delle azioni, delle iniziative e delle scelte, appartiene ad un periodo circoscritto: dal 1998 al 2007. L’ambizione è quella di fare vivere, a chi legge, il percorso che la direzione socialista, anche se insieme ad un gruppo pluralista di sinistra, ha seguito per mantenere vivo e decisivo il punto di vista e l’azione del sindacato più rappresentativo in Abruzzo. Quindi una una novità, contro corrente, rispetto alla lettura, data magari senza “cattiveria”, ma sospetta per il suo ripetersi in diverse occasioni nel racconto dato ufficialmente, quella di “VALUTARE” ruolo, presenza e contributo dato dai socialisti in termini di peso politico e “valore” residuale. Ma andiamo alla Storia. Prima della CGIL, cioè del sindacato già preceduto dal celebre Patto di Roma, che poi trovò il suo atto fondativo nel Congresso di Napoli (anno 1945) della CGIL delle zone liberate, bisogna risalire alla nascita della CGdL (anno 1906). Protagonista è il riformista Rinaldo Rigola che, una volta costituita la Confederazione Generale del Lavoro, al primo Congresso di Milano del 29 settembre – 1° ottobre 1906 ne divenne il primo Segretario generale. Quindi l’avo politico da cercare nella sua qualità di fondatore della CGIL è un socialista, che capeggiava l’ala riformista, una figura, all’epoca eminente, di sindacalista e politico italiano. Rigola, figlio di un tintore tessile e di una stiratrice, a soli 16 inizia come operaio a lavorare. Ma arrivarono i tempi bui del ventennio fascista, fino a giungere al Congresso della Cgil delle zone liberate che si tenne a Napoli. In quella occasione vennero eletti i primi Segretari generali della CGIL: Di Vittorio per i comunisti, Grandi per i democristiani e Oreste Lizzadri per i socialisti. Una informazione , non solo poco citata, ma sovra oscurata dalla retorica di una Cgil sindacato di Di Vittorio, che pur divenendone un riconosciuto e combattivo Segretario Generale, visse un’esperienza “esaltante” grazie all’apporto unitario e decisivo dei socialisti della Cgil. La storiografia ufficiale tende a “sottovalutare” la diversità di opinioni che separava Di Vittorio al PCI su molti argomenti. Il PCI ad esempio non sopportava una CGIL troppo esposta sui temi politici riguardanti le riforme e la programmazione. In concreto, oggi si direbbe, detestava il sindacato Confederale, anzi lo voleva solo contrattualista. Non era il clima migliore per fare “luccicare” la CGIL come il sindacato del Piano del Lavoro, Ma per meglio comprendere, le nostre intenzioni, è meglio farci precedere dalle parole dette da Vittorio Foa, in una sua intervista su Il Messaggero nel 2006. Parole che danno lustro e significato, anche sintetizzandole, al perché e allo scopo di questo nostro lavoro: «Sarebbe ora di finirla con questa damnatio memoriae per cui la storia del Novecento ruota intorno ai comunisti, agli ex comunisti e ai comunisti o filocomunisti pentiti. C’è una grande storia che è stata rimossa: quella degli antitotalitari democratici e liberali – anticomunisti e antifascisti – che non hanno avuto bisogno di rivelazioni tardive, di omissioni generalizzate e di compiacenti assoluzioni». Quindi una raccolta una raccolta di descrizione delle attività, dei documenti, delle immagini e delle iniziative della organizzazione più rappresentativa della regione Abruzzo, ma aggiungendo riflessioni sul ruolo e punti di vista dei socialisti della Cgil che hanno operato nella CGIL Abruzzo. L’idea è mettere a disposizione uno strumento a disposizione dello storico, del ricercatore o del semplice curioso che si interroga sul perché di una pressante e costante mobilitazione del Movimento Sindacale abruzzese, nella fase storica a cavallo tra gli anni del vecchio ed attuale millennio. Una mobilitazione che ha vista la CGIL Abruzzo, da sola ed unitariamente, proporre , contrastare o patteggiare con Esecutivi regionali e locali di diverso orientamento politico. In fondo c’è da chiedersi se i socialisti non hanno dato “nerbo” a questa gestione della Autonomia sindacale nei confronti di “governi amici”. Siamo nella fase delle Giunte Regionali, di centro-sinistra (con i socialisti in ruoli preminenti di governo) o di centro-destra. Altro obiettivo è il tentativo del raduno ordinato” di una documentazione della elaborazione e del pensiero collettivo del gruppo dirigente della CGIL Abruzzo, arricchito da riferimenti al ruolo svolto dai “socialisti” o dai democratici, in un contesto dove prevale la lettura storica di parte, come sottolineato da Vittorio Foa, data da comunisti, post o ex comunisti. Un aiuto a chi si appresta ad effettuare una ricerca o una riflessione sui limiti dello sviluppo socio economico abruzzese, per analizzare una lunga fase che si apre con il quinquennio della recessione (anni che vanno dal 2001 al 2004) .
Infine il filo conduttore di un tentativo di comprendere il perchè , attraverso analisi ed argomenti, delle origini e delle cause del declino di una Regione Meridionale che “da Locomotiva impetuosa dello sviluppo economico e produttivo, del Treno del Sud, si lascia placidamente relegare e trasformare nella carrozza dell’ultima fila”.