Nel quadro della mobilitazione generale di otto ore contro una Finanziaria che non fa niente per lo sviluppo si è svolta Pescara una forte protesta. Ma è tutta l’Italia che protesta contro le modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, contro il “Patto” firmato da governo, Confindustria, Cisl, Uil e Ugl perché “costruito su previsioni immediatamente smentite dalla realtà dei fatti”, contro i tagli ai servizi pubblici e ai trasferimenti agli enti locali e alle Regioni previsti in Finanziaria, contro il piano dei licenziamenti e della “cassa” a zero ore presentato da una Fiat in crisi da tempo. Non è un caso che – prima ancora che uscissero le notizie sui tagli – la Cgil avesse scelto Torino come “centro di gravità” della protesta.
E’ qui, a San Donato che il segretario generale, Mario Boyer ha svolto il suo comizio, al termine del quale ha dato la parola al Segretario Generale della Cgil Abruzzo Franco Leone che ha salutato i partecipanti alla Manifestazione, dicendo che “il cuore di tutti doveva andare a Torino” cuore e centro della protesta nazionale. Uno sciopero generale di otto ore della sola Cgil (con dei distinguo, a partire dal “no alla concertazione fatta dal Governo”, aderiscono anche i sindacati di base) non accadeva da 40 anni (quello del ’68 era di quattro ore). Il più grande sindacato italiano, che il 23 marzo è riuscito a portare a Roma tre milioni di persone, rilancia la sua sfida e nelle 120 manifestazioni provinciali avrà al suo fianco anche studenti e “no global”.
In quella occasione Epifani dirà che : “Lo sciopero è contro una Finanziaria che ci porta alla crescita zero”. E non ha esitazioni nel delineare il percorso della Cgil a partire da domani, un percorso che avrà come prime tappe “i problemi dello sviluppo del Mezzogiorno, della scuola e della formazione, della sanità e della politica industriale”. E’ difficile prevedere le proporzioni dell’adesione, ma non è impossibile immaginare che gli operai della grande industria, Fiat in testa, i lavoratori del settore dei trasporti pubblici (Alitalia ha cancellato 275 voli tra le 10 e le 18, le Fs dicono che tra le 9 e le 17 circolerà il 60 per cento dei treni a media e lunga percorrenza), i dipendenti pubblici, in particolare della scuola, metteranno a segno i risultati più significativi e visibili. Cisl e Uil accusano la Cgil di aver proclamato uno sciopero con fini squisitamente politici, ma è lo stesso Epifani che sottolinea una volta per tutte: “Non esiste il partito della Cgil, non esisteva con Cofferati, non esiste con me”.
Al termine della giornata di sciopero abbiamo letto quattro bollettini diversi targati rispettivamente: Cgil, Cisl-Uil, Fiat-Confindustria, Berlusconi. Ma è la Cgil che incassa un punto a suo favore: a Ventimiglia (Imperia) 50 lavoratori del settore pulizie iscritti alla Uil hanno restituito la tessera a Luigi Angeletti e hanno chiesto l’iscrizione alla Cgil “contro la firma del Patto per l’Italia e la mancata presa di posizione contro la Finanziaria”.
Singolare la Uil commercio (Uiltucs) che ha organizzato una manifestazione nazionale, sempre a Torino, alla quale ha invitato cinque segretari confederali Uil, ma non il leader Angeletti. In quelle ore viene annunciata la denuncia contro il ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, per comportamento antisindacale, mentre Epifani è stato costretto ad affiancare un esposto contro l’Enichem di Porto Torres (Sassari), che ha “comandato” i lavoratori turnisti allo sciopero: “Un fatto gravissimo, mai accaduto prima, una prova di regime”.
(18 ottobre 2002)