• Premessa. Gli obbiettivi di sviluppo e occupazionali vanno perseguiti puntando alla riduzione degli squilibri costa/montagna, non solo per ragioni di equità ma anche per competere con l’intero territorio, valorizzandone tutta la varietà.
  • La concertazione in Abruzzo. Le regole della concertazione a livello regionale sono state sancite con l’accordo dell’ 8 settembre 1999 tra la Giunta regionale allora in carica e le parti sociali.

L’ accordo regionale dell’Abruzzo sulla concertazione ha dato applicazione a quanto previsto nel Patto Sociale per lo Sviluppo e l ‘Occupazione del 22 dicembre 1998, con particolare riferimento al capitolo Z punto 8, e nel Protocollo sulla Partecipazione delle Regioni, delle Province e dei Comuni all’attuazione dello stesso Patto Sociale per lo Sviluppo e l ‘Occupazione (per la parte riguardante il livello regionale, mentre restano largamente inattuate le parti relative alle province ed ai comuni). Forme di partenariato sono inoltre obbligatoriamente previste dai regolamenti dell’Unione Europea e da diverse delibere CIPE in più momenti del processo di programmazione.

 L’accordo regionale dell’Abruzzo sulla concertazione distingue gli ambiti della concertazione vera e propria quella triangolare tra governo-imprenditori-sindacati, dagli ambiti del partenariato, il cui momento più significativo è il Comitato Regionale previsto dal CIPE, che ha svolto la discussione prevista per il Docup.

L’accordo regionale dell’Abruzzo sulla concertazione indica le materie, i livelli, le regole, la circolazione dell’informazione, le procedure,i tempi, le modalità di raccordo con la produzione legislativa regionale in caso di esito positivo del confronto, le verifiche dei risultati raggiunti, per fare della concertazione un sistema partecipato ma snello ed efficace.

La concertazione non è una generica volontà di dialogo, che ciascuno può intendere a proprio piacimento, chiamando concertazione le cose più svariate, ma un assetto ben defluito delle relazioni industriali, particolarmente sviluppato e strutturato in diversi Paesi, soprattutto nordeuropei, e una pratica espressamente promossa dall’Unione Europea per quanto attiene la programmazione.

 Cgil~Cisl,Uil chiedono alla nuova Giunta di dare seguito alle proprie dichiarazioni di disponibilità confermando formalmente l’accordo regionale sulle regole della concertazione.

Per quanto riguarda la concertazione a livello delle province, dei comuni e delle comunità montane, riteniamo urgente riprendere e completare il cammino per arrivare ad accordi anche a questi livelli, che assumono rilievo sempre maggiore a causa del decentramento in atto e del ruolo crescente della programmazione negoziata.

Chiediamo pertanto che la Giunta Regionale promuova una riunione con le parti sociali e le associazioni ANCI,UNCEM ed UPA per concordare un protocollo per l’estensione della concertazione alle province, ai comuni maggiori ed alle comunità montane, sulla base del quale attivare riunioni a questi livelli per giungere in tempi brevi ai relativi accordi.

Il nuovo Statuto regionale dovrà superare il sistema di audizione delle parti sociali attraverso le commissioni e assumere istituzionalmente la concertazione.

 La programmazione . L’Abruzzo si è dotato in questi anni di un patrimonio significativo di documenti contenenti le linee strategiche per promuovere un nuovo ciclo di sviluppo e il riequilibrio interno, dal Piano Regionale di Sviluppo e dal QRR al Docup.

Il Docup, pur regolando direttamente solo il FESR, è il documento di programmazione in cui viene indicata la strategia generale, nella logica della unitarietà della programmazione, secondo cui pur essendo molteplici gli strumenti, la strategia di sviluppo non può che essere una sola, concepita attraverso il riferimento al territorio.

I tre assi individuati nel Docup dell’Abruzzo rappresentano una valida sintesi dell’elaborazione di questi ultimi anni sulle priorità degli interventi da realizzare per raggiungere obbiettivi di sviluppo, riequilibrio territoriale, occupazione:

  • La competitività complessiva del sistema-Abruzzo, con particolare riferimento allo sviluppo delle reti materiali (trasporti) ed immateriali (telematica) e alla promozione del territorio
  • Le imprese, soprattutto orientando e qualificando lo sviluppo delle piccole e medie imprese abruzzesi in  termini  di  innovazione,  tecnologia,  ricerca,  internazionalizzazione, commercializzazione, realizzazione di marchi di qualità e di sostegno ai sistemi produttivi locali e alla nascita di distretti veri e propri, anche potenziando gli indotti delle grandi aziende presenti in Abruzzo (con le quali a questo fine bisogna mettere in piedi un confronto), puntando ad una integrazione vera tra imprenditoria endogena ed esogena
  • Le risorse naturali e storico-culturali, viste in termini di sviluppo compatibile e non solo in termini conservativi e di vincolo

Accanto alle priorità settoriali vanno sempre tenute presente le priorità strategiche da perseguire trasversalmente in ciascun comparto: occupazione; formazione; riequilibrio territoriale; valorizzazione dello sviluppo locale; riforma della pubblica  amministrazione; ambiente, salute e sicurezza.

 La distribuzione delle risorse sugli assi tiene conto del rapporto tra:

  • Investimento pubblico e cofinanziamento privato
  • Opere di infrastrutturazione e valorizzazione dei nuovi bacini di impiego occupazionale
  • Ruolo della Regione e ruolo dello sviluppo locale, con i PIT (Programmi Integrati Territoriali) quale elemento di raccordo tra la programmazione regionale e la programmazione negoziata

Proponiamo che quanto prima si tenga una riunione di concertazione con le parti sociali e la Giunta Regionale che metta insieme i protagonisti della programmazione negoziata e i responsabili politici e tecnici della programmazione regionale per fare il punto della situazione ed individuare il percorso per assicurare un efficace coordinamento tra i diversi livelli della programmazione alla vigilia del passaggio alla fase operativa. Riteniamo che la scelta di dare un ruolo rilevante alla programmazione decentrata e ai PIT nell’ambito del ciclo di investimenti pubblici 2000 – 2006 si potrà rivelare una risorsa in più se -sapremo garantire un coordinamento efficace ed evitare che l’articolazione si traduca in frammentazione e dispersione.

il Docup è stato oggetto di un intenso lavoro di partenariato nel Comitato Regionale, per cui le ventilate eventuali modifìche al documento, diverse da quelle tecniche sollecitate dal Ministero, non potrebbero che comportare un nuovo passaggio con i soggetti che hanno approvato la stesura che è stata concertata. In ogni caso, è interesse dell’Abruzzo evitare dilazioni nel passaggio alla fase operativa della programmazione.

La lotta alla disoccupazione e l’aumento del tasso di occupazione sono priorità assolute.

Il POR mette a~ disposizione ingenti risorse per creare le nuove strutture dei servizi per l’impiego, dalla riqualificazione del personale all’informatizzazione, alla formazione delle nuove figure professionali necessarie: è un’occasione da non perdere.

E’ necessario completare con estrema urgenza l’istituzione delle Commissioni provinciali permanenti tripartite e chiediamo alle Province di avviare rapidamente il confronto per la riorganizzazione e riqualificazione dei servizi per l’impiego.

L’istruzione è il cuore delle nuove politiche attive del lavoro.

C’è un rapporto diretto tra grado di istruzione e maggiore occupazione: attualmente, chi ha una formazione modesta lavora mediamente 10 anni in meno di chii ha una preparazione superiore.                                           Proponiamo un momento di confronto specifico sul sistema della conoscenza in Abruzzo (istruzione ,formazione, ricerca), per fare il punto su un approccio integrato al problema e dare impulso ad un utilizzo ottimale delle opportunità offerte dal ciclo di investimenti 2000-2006.

Il pieno impiego deve essere l’obbiettivo, anche recuperando un dato di insufficiente tasso di attività riscontrato in Abruzzo, oltre che abbattendo il tasso di disoccupazione e affrontando i nodi dei disoccupati di lunga durata, dei 174.000 iscritti al collocamento, di una adeguata legislazione di sostegno per i contratti atipici.

Particolare rilievo deve essere attribuito ai temi del lavoro delle donne e allo sviluppo dell’occupazione femminile, puntando al superamento di un dato di debolezza strutturale della realtà abruzzese.

La Giunta deve dedicare al problema lavoro uno specifico tavolo di concertazione, che nell’immediato porti all’individuazione di un fondo per l’occupazione nella Finanziaria regionale, a partire dal quale arrivare ad un patto per il lavoro.

L’utilizzo delle risorse pubbliche e la capacità di stimolare l’investimento di capitali privati saranno decisivi, ma non possono esaurire l’impegno della Regione, che dovrà rivedere ed adeguare la legislazione anche non direttamente collegata alla programmazione: meno leggi, più chiare, meno dispersive, raggruppate in leggi quadro e testi unici.

In particolare, vanno rivisitate ed aggiornate le leggi per le politiche attive del lavoro, e vanno realizzate leggi regionali di settore, tra cui indichiamo le seguenti:

*industria (comprensiva degli interventi per favorire l’innovazione, la commercializzazione, il

conseguimento dei marchi di qualità, l’internazionalizzazione, le ricapitalizzazioni societarie)

*energia (con il completamento della metanizzazione delle aree interne)

*trasporti

*agricoltura,ambiente,parchi

*turismo

La Regione dovrà adoperarsi per realizzare contratti di programma con le grandi imprese per costituire o potenziare poli di eccellenza (auto, elettronica etc).

La promozione del territorio abruzzese in termini di possibile meta di nuovi insediamenti produttivi richiede semplicità e trasparenza non meno che infrastrutture ed incentivi.

Chiediamo la costituzione di una  Authority che abbia il compito di attrarre in Abruzzo nuovi investimenti.

A breve dovrebbero finalmente essere operativa la maggior parte degli strumenti di incentivazione e di programmazione degli investimenti pubblici, che se sfruttati a pieno potranno consentire una vera svolta:

  • il Docup, che sta per essere inviato definitivamente al Ministero, che provvederà ad   inoltrarlo       a Bruxelles (mentre la zonizzazione per l’obiettivo 2 è stata definitivamente approvata);
  • il POR, già approvato e in via di pubblicazione
  • il Piano di Sviluppo Rurale
  • l’Intesa Istituzionale di programma

Inoltre, è acquisito il completamento della procedura per il riconoscimento degli aiuti in deroga previsti dall’art. 87 3 c del Trattato dell’Unione Europea (consentirà l’accesso alla legge 488 anche ad aree altrimenti escluse da aiuti).

E’ auspicabile che quanto prima l’Unione Europea renda note le disponibilità sui PIC, tra cui in particolare i programmi Interreg ed Urban.

 E’ necessario istituire il Comitato di Sorveglianza previsto per l’attuazione ed implementazione del Docup e aprire il confronto sulla realizzazione dei complementi di programmazione.

Le risorse dei fondi strutturali di pertinenza di ciascuno anno dovranno essere erogate entro massimo tre anni, pena il disimpegno automatico, senza ulteriori possibilità di proroga o rinegoziazione.

 Per trasformare le risorse potenziali in investimenti reali, bisognerà saper proporre opere cantierabili, concentrandosi non più tanto sulla programmazione di massima, quanto sulla programmazione definitiva e sulla capacità progettuale.

La conoscenza approfondita dell’insieme degli strumenti di programmazione da parte degli operatori economici e della società abruzzese sarà molto importante, per cui chiediamo che la Giunta convochi quanto prima riunioni informative e divulgative nelle quali si faccia il punto sull’operatività dei diversi strumenti e sulle modalità per indirizzarvi progetti.

Anche dal punto di vista della programmazione assume assoluta centralità il compimento della riforma della pubblica amministrazione, la delegificazione, la semplificazione, la realizzazione degli sportelli unici. Si deve lavorare sulle procedure per snellirle e renderle accessibili.

L’esigenza di mettere in rete  la pubblica amministrazione è stata condivisa da tutti, ma ad oggi non è stato ancora fatto nulla: si tratta di un ritardo gravissimo.

Si rende necessaria un’opera di monitoraggio e di informazione sulla situazione presente ed in divenire, considerando la complessità della macchina e  i processi in atto di  decentramento e di riforma. 

  1. La finanziaria regionale . La Finanziaria Regionale è il primo banco di prova concreto della nuova impostazione che promette il definitivo superamento dei finanziamenti a pioggia sostituito con precise scelte a favore delle priorità settoriali e territoriali indicate nei documenti di programmazione approvati, anche tenendo conto dei rischi di ulteriori svantaggi ai danni delle aree interne che potrebbero derivare dal combinato disposto delle zonizzazioni Obbiettivo 2 e 87 3 c in mancanza di adeguati interventi espressamente volti al riequilibrio territoriale.

I margini di manovra rispetto ai vecchi bilanci si ampliano.

La Finanziaria Regionale deve assumere come impostazione di fondo la prospettiva dell’integrazione dell’Abruzzo nella realtà economica e sociale delle regioni del Centro Italia. A questo fine va proseguita 1 ‘esperienza positiva del coordinamento delle Regioni del Centro Italia e la loro azione comune in sede europea.

 I trasferimenti che lo stato ha cominciato ad operare, come quello in corso del fondo unico per le imprese, danno alla Regione la possibilità di impiegare le risorse in modo coerente con le proprie strategie di sviluppo.

E’ auspicabile che quanto prima la Giunta regionale vada oltre l’indicazione alquanto sommaria dei settori fatta in occasione dell’incontro del 6 ottobre dettagliando in modo più approfondito le scelte che intende compiere.

La politica fiscale, il recupero dell’elusione e dell’evasione e i risparmi che è possibile realizzare operando razionalizzazioni e tagliando spese superflue devono essere indirizzati a recuperare una massa finanziaria apprezzabile per far quadrare i conti e disporre di somme adeguate per gli investimenti, escludendo categoricamente il ricorso a nuove tasse.

Si pone con forza l’esigenza della riorganizzazione della spesa sanitaria, che costituisce il 60% del bilancio della Regione Abruzzo, ricercando un equilibrio equo ed efficiente tra spesa sociale e spesa sanitaria e, all’interno di quest’ultima, dando spazio alla prevenzione.

La Finanziaria Regionale dovrà mettere in pratica l’impegno assunto dalla Giunta Regionale, la precedente e l’attuale, all’attivazione della clausola sociale all’interno di tutti gli strumenti normativi e di programmazione, per verificare che effettivamente l’azione legislativa ed amministrativa determino uno sviluppo valido anche sotto il profilo sociale, dando risposte ai bisogni e al tempo stesso creando nuova occupazione.

Al primo incontro in cui la finanziaria regionale è stata introdotta in termini ancora molto generali dovranno seguire in tempi ravvicinati incontri specifici di approfondimento dei diversi temi, per poi procedere alla conclusione della concertazione complessiva sulla finanziaria in tempi utili, evitando nel modo più assoluto l’esercizio provvisorio, ma anche evitando di soffocare il dibattito con le parti sociali alla. prima vera occasione di confronto su scelte operative.

Anche a livello dei comuni il sindacato dovrà attrezzarsi per confronti sistematici sui bilanci, a partire da temi quali 1 ‘acqua, i rifiuti, il gas, con l’obbiettivo di ridurre gli sprechi,  migliorare la qualità della vita, scongiurare ulteriori prelievi fiscali. 

  1. Le controparti private. La situazione attuale delle relazioni industriali è preoccupante a causa delle prese di distanza dalla concertazione e dei veri e propri attacchi al sistema contrattuale messi in atto a diversi livelli dal mondo imprenditoriale; qualora prevalessero queste spinte distruttive, ne risulterebbe preclusa una nuova stagione di dialogo sociale e si aprirebbe una fase di aspro conflitto.

Una grande questione a monte  delle relazioni industriali è la prospettiva competitiva che il sistema delle imprese intende imboccare, quella alta dell’innovazione, della ricerca, dell’alta tecnologia, della qualità, oppure quella bassa limitata alla competizione sui costi, la cui eccessiva compressione porta le imprese in  rotta di collisione con il sindacato e i lavoratori.

 A livello regionale, l’incontro tra Cgil,Cisl ed Uil regionali e Confindustria del 29 giugno scorso è stato un primo momento per provare a rilanciare il confronto bilaterale e il prossimo ciclo della concertazione, superando polemiche sulle definizioni.

I temi su cui Cgil,Cisl ed Uil e Confindustria intendono approfondire le posizioni e ricercare intese sono i seguenti: il mercato de lavoro e la riforma dei servizi per l’impiego; l’occupazione; la formazione professionale; il lavoro nero; la definizione di una legge-quadro sull’industria; le politiche di sviluppo territoriale; l’infrastrutturazione del territorio; l’istituzione di un fondo regionale per lo sviluppo.

Intendiamo proporre anche alle altre organizzazioni degli imprenditori, dalla Confapi alle associazioni artigiane, di concordare un percorso di discussione congiunta.

Per quanto riguarda gli enti bilaterali, superata la prima fase della loro esistenza, siamo per potenziarne l’attività, a partire dai temi della formazione e della sicurezza.

  1. Lagenda di fine 2000 . L’impostazione sopra delineata ha un respiro di medio periodo. Ci sono però questioni che richiedono risposte immediate. Indichiamo i punti che a nostro giudizio hanno un’oggettiva urgenza. 
  • La Finanziaria Regionale: bisogna fare quanto prima il calendario dei confronti da realizzare prima di arrivare ad un momento conclusivo della concertazione su questo passaggio fondamentale.
  • La scadenza dei Lavori Socialmente Utili e la messa in atto delle iniziative volte alla loro stabilizzazione. Una soluzione corretta consentirebbe di evitare un disastro occupazionale e di liberare in prospettiva risorse da destinare alle politiche attive del lavoro. L’intesa realizzata con l’Assessore Regionale al Lavoro è un primo passo,  cui devono seguire rapidamente e coerentemente gli altri, da parte di tutti i soggetti pubblici e privati interessati.
  • La conferma dell’accordo regionale sulla concertazione e l’avvio del percorso per l’estensione della concertazione stessa a Province,Comuni,Comunità Montane.
  • L’apertura di veri e propri negoziati tra l’Abruzzo, con la Giunta come capofila, e i grandi gruppi Telecom, Enel, Ferrovie, Autostrade, Poste, per invertire la tendenza al loro disimpegno dalla nostra regione e ottenere precisi impegni di investimento ed occupazionali.

La realizzazione della coincidenza territoriale dei distretti sanitari con  le zone sociali e dell’osservatorio epidemiologico, oltre che le verifiche richieste nel documento unitario Cgil,Cisl,Uil Abruzzo espressamente dedicato ai temi della sanità e del sociale.

  • La chiusura della lunga fase dei commissari nei Consorzi Industriali
  • La realizzazione dell’osservatorio regionale sul rispetto dei Ccnl nel settore dei trasporti pubblici locali concordato con l’assessore
  • La riforma della legge regionale sulla Formazione Professionale
  • La Sicurezza, a partire dalla formalizzazione dell’intesa raggiunta con l’Assessore alla Sanità, per arrivare quanto prima ad un tavolo in cui tutti i soggetti che hanno un ruolo da giocare su questo tema assumano precise responsabilità per reagire alla situazione intollerabile che si è determinata, indegna dell’idea di società e di sviluppo che professiamo.

Di Franco Leone

ex Segretario Generale della Cgil Abruzzo - ex Seg. Generale Cgil Pescara e dello Spi Regionale.