Cari/e compagni/e,
un rilevante impegno internazionale, il qualità di delegato nazionale della Cgil, per la fondazione del sindacato unico mondiale in rappresentanza del mondo del lavoro, mi conduce, proprio durante lo svolgimento del Congresso della sezione di Spoltore, in Giappone e più precisamente a Tokio.
Un evento importante, che onora il sottoscritto, ma anche la Cgil abruzzese ed il rilievo che essa ha assunta nella battaglia sui diritti e nella difesa del lavoro e della sua dignità.
Non voglio però esimermi dal manifestare, pur consapevole della sua pura virtualità, la mia opinione ed il perché di un voto alla mozione presentata dal compagno Fassino.
Molti ricorderanno che il mio voto fu diverso nel precedente congresso. Un voto che, però, per mia libera scelta e convinzione, non ha avuto nessun seguito con adesioni a gruppi, correnti e/o associazioni.
Resto della opinione che i congressi hanno un inizio ed una fine, non sono permanenti e soprattutto non possono essere la occasione di conte tra gruppi dirigenti per poi cristallizzarsi in correnti organizzate.
Il voto alla mozione Fassino intende proporre un riconoscimento alla fase positiva, voluta dal segretario nazionale dei DS, che ha superato l’inerziale continuazione della dialettica di Pesaro, ma soprattutto aperta una stagione politica interessante e dialettica sulle grandi questioni del lavoro, dei diritti, del welfare, del fisco, dello sviluppo del paese, nel contesto europeo, dell’Iraq e dei grandi temi della Pace nel mondo.
Sono fra quelli che ha ritenuto positiva l’azione politica portata avanti dal Segretario Nazionale, al punto da pensare ragionevole l’idea di svolgere un Congresso a Tesi.
Una scelta che sarebbe stata apprezzata dagli elettori e dagli iscritti che lamentano la mancanza di unità e di politiche tese a costruire un Progetto forte, in grado di dare risposte ai drammatici cambiamenti che attraversano il globo ed alternativo ai guasti prodotti dal centro-destra, una coalizione che si sta dilettando nel costruire una operazione mediatica sul Fisco per nascondere un fallimento di proporzioni enormi.
Lo sciopero del 30 Novembre, la larga partecipazione alle manifestazioni sindacali , dimostrano che è possibile sconfiggere l’inganno tentato, c’è voglia di cambiamento, ma che esiste anche la necessità di essere credibili e di fare le proposte giuste per uscire da questo stato di crisi.
Penso che tutti insieme siamo in grado di farlo. Sono diverse le nostre capacità di risposta a questi temi, infatti dal congresso di Pesaro del 2001 ad oggi, sono cresciute ed evolute le categorie di analisi e di comportamenti, anche quelle appartenenti alle scelte personali, che consentono di dare corpo, con esigenza ed ambizione, alla natura e alla qualità del “riformismo” in gioco.
Il sostegno alla mozione Fassino, in questo Congresso, è, inoltre, utile perché abbiamo bisogno di concentrare energie su un grande avanzamento progettuale, cominciando a considerare, la mozione stessa, un credibile documento di confronto posto a base del successivo approfondimento sui contenuti.
Sono evidenti i temi sui quali l’analisi deve procedere:
il ruolo degli organismi internazionali, la pace e la guerra, il terrorismo, gli Usa e l’Europa, il futuro ambientale del mondo;
il ruolo del welfare e dei suoi processi di rinnovamento;
dare risposta alla richiesta dei nuovi diritti del lavoro, ai processi di precarizzazione di un lavoro, sempre più dequalificato e della maggiore sicurezza del futuro delle giovani generazioni, oggi rimessi in discussione da provvedimenti e leggi, solo ultima nell’ordine la Legge 30;
l’insostenibilità dei processi di contro riforma nella scuola e nella Università italiana;
nuove politiche pubbliche, rilanciare un nuovo ruolo dell’intervento pubblico, per rendere sinergici equità e efficienza;
una politica fiscale e dei redditi, a partire dalle necessità di riequilibrio tra le nuove povertà e le ingenti ricchezze accumulate da pochi, grazie alla politica economica del governo, che ha accentuato le capacità aggressive delle rendite;
una politica di sviluppo che nel rilanciare la competitività faccia perno sulla valorizzazione del lavoro.
Il Congresso dei Ds non può, di conseguenza, assumere le forme di un rito burocratico ma essere una formidabile occasione per fornire all’insieme del centrosinistra materiali per un programma forte e credibile di coalizione.
Costruire il Progetto, guardando anche a quello abruzzese, con un dibattito, resosi necessario ed urgente di fronte all’attardarsi nella discussione sul candidato Presidente, che sappia suscitare passione e speranza.
Per far questo non bastano politiche di contrasto alle scelte sciagurate compiute dal centro-destra, anche se da sottolineare nella loro gravità, ma raccogliere domande e tradurle in speranze per il futuro.
È questo il cuore del Congresso: una discussione congressuale vera, capace di misurarsi con tutti gli interrogativi odierni.
La mozione di Fassino, ritengo, chiede ed offre questo sforzo e questa apertura politica importante, sta a noi essere disponibili mettendo alla porta chiusure aprioristiche e burocratiche, per ambire al ruolo di attori in un partito asse-portante di una coalizione determinata a vincere ricco di motivazioni e di nuove speranze.
Franco Leone
Pescara lì, 1.12.2004