CONCERTAZIONE PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA REGIONALE RELAZIONI INDUSTRIALI
Introduzione. Cgil,Cisl,Uil Abruzzo si ripropongono, a partire dall’attivo unitario tenuto il 25 ottobre, di coinvolgere capillarmente le proprie strutture, le RSU e i lavoratori, per arricchire la proposta politica del sindacato abruzzese e darle il supporto organizzativo necessario. Cgil,Cisl,Uil Abruzzo ritengono maturo il tempo per il confronto di merito con la nuova Giunta, non solo perché la prima fase di “apprendistato” va considerata chiusa, ma soprattutto perché vengono avanti scadenze impellenti, non rinviabili, a cominciare dalla Finanziaria Regionale. Cgil,Cisl,Uil intendono praticare il sistema della concertazione, che correttamente inteso offre il massimo di confronto tra il potere politico e le parti sociali, con tempi e regole certi, nel rispetto delle prerogative di ciascuno e della sovranità delle istituzioni democratiche. Cgil,Cisl,Uil Abruzzo si propongono di agire quanto più possibile unitariamente, valorizzando i molti punti di convergenza che già sono patrimonio comune e promuovendo il dibattito e la discussione sui temi sui cui eventualmente si manifestassero opzioni diverse. Cgil,Cisl,Uil intendono aprire un nuovo ciclo di confronto con le controparti private e rafforzare gli enti bilaterali costituiti, auspicando che prevalga nel mondo imprenditoriale la volontà di coniugare competitività e sviluppo delle relazioni industriali e che vengano respinte le tentazioni a tornare ad un confronto con il sindacato basato sulla logica dello scontro e della misurazione dei rapporti di forza. Cgil,Cisl,Uil Abruzzo ritengono che la crescita debba essere la grande occasione tanto attesa per cogliere obbiettivi di interesse generale di sviluppo e occupazione. Per quanto riguarda la nostra regione, la crescita è anche la grande occasione per riprendere la marcia di integrazione con le regioni del Centro Italia. La concertazione tra le parti sociali e il politico è stata decisiva in Italia e in Abruzzo nel momento della crisi, non va accantonata adesso che finalmente è possibile cogliere frutti di quella stagione di sacrifici, oltre che affrontare con il concorso di tutti le nuove sfide che interessano l’intera società. Il ciclo di investimenti pubblici 2000-2006 è l’occasione da non mancare per riprendere un forte processo di crescita. Contemporaneamente all’impegno sul fronte della programmazione, l’Abruzzo dovrà misurarsi con il decentramento, il federalismo e con la riforma della pubblica amministrazione. Un ulteriore fondamentale terreno di iniziativa è quello del mercato del lavoro, dove vanno costruite a livello regionale e delle province nuove istituzioni sostitutive di quelle dismesse a livello centrale con la fine del vecchio collocamento. Gli obbiettivi di sviluppo e occupazionali vanno perseguiti puntando alla riduzione degli squilibri costa/montagna, non solo per ragioni di equità ma anche per competere con l’intero territorio, valorizzandone tutta la varietà. La concertazione in Abruzzo. Le regole della concertazione a livello regionale sono state sancite con l’accordo dell’ 8 settembre 1999 tra la Giunta regionale allora in carica e le parti sociali. L’accordo regionale dell’Abruzzo sulla concertazione ha dato applicazione a quanto previsto nel Patto Sociale per lo Sviluppo e 1 ‘Occupazione del 22 dicembre 1998, con particolare riferimento al capitolo Z punto 8, e nel Protocollo sulla Partecipazione delle Regioni, delle Province e dei Comuni all’attuazione dello stesso Patto Sociale per lo Sviluppo e 1 ‘Occupazione (per la parte riguardante il livello regionale, mentre restano largamente inattuate le parti relative alle province ed ai comuni). Forme di partenariato sono inoltre obbligatoriamente previste dai regolamenti dell’Unione Europea e da diverse delibere CIPE in più momenti del processo di programmazione. L’accordo regionale dell’Abruzzo sulla concertazione distingue gli ambiti della concertazione vera e propria quella triangolare tra govemo-imprenditori-sindacati, dagli ambiti del partenariato, il cui momento più significativo è il Comitato Regionale previsto dal CIPE, che ha svolto la discussione prevista per il Docup. L’accordo regionale dell’Abruzzo sulla concertazione indica le materie, i livelli, le regole, la circolazione dell’informazione, le procedure,i tempi, le modalità di raccordo con la produzione legislativa regionale in caso di esito positivo del confronto, le verifiche dei risultati raggiunti, per fare della concertazione un sistema partecipato ma snello ed efficace. La concertazione non è una generica volontà di dialogo, che ciascuno può intendere a proprio piacimento, chiamando concertazione le cose più svariate, ma un assetto ben defluito delle relazioni industriali, particolarmente sviluppato e strutturato in diversi Paesi, soprattutto nordeuropei, e una pratica espressamente promossa dall’Unione Europea per quanto attiene la programmazione. Cgil~Cisl,Uil chiedono alla nuova Giunta di dare seguito alle proprie dichiarazioni di disponibilità confermando formalmente l’accordo regionale sulle regole della concertazione. Per quanto riguarda la concertazione a livello delle province, dei comuni e delle comunità montane, riteniamo urgente riprendere e completare il cammino per arrivare ad accordi anche a questi livelli, che assumono rilievo sempre maggiore a causa del decentramento in atto e del ruolo crescente della programmazione negoziata. Chiediamo pertanto che la Giunta Regionale promuova una riunione con le parti sociali e le associazioni ANCI,UNCEM ed UPA per concordare un protocollo per l’estensione della concertazione alle province, ai comuni maggiori ed alle comunità montane, sulla base del quale attivare riunioni a questi liVelli per giungere in tempi brevi ai relativi accordi. Il nuovo Statuto regionale dovrà superare il sistema di audizione delle parti sociali attraverso le commissioni e assumere istituzionalmente la concertazione. La programmazione. L’Abruzzo si è dotato in questi anni di un patrimonio significativo di documenti contenenti le linee strategiche per promuovere un nuovo ciclo di sviluppo e il riequilibrio interno, dal Piano Regionale di Sviluppo e dal QRR al Docup. Il Docup, pur regolando direttamente solo il FESR, è il documento di programmazione in cui viene indicata la strategia generale, nella logica della unitarietà della programmazione, secondo cui pur essendo molteplici gli strumenti, la strategia di sviluppo non può che essere una sola, concepita attraverso il riferimento al territorio. I tre assi individuati nel Docup dell’Abruzzo rappresentano una valida sintesi dell’elaborazione di questi ultimi anni sulle priorità degli interventi da realizzare per raggiungere obbiettivi di sviluppo, riequilibrio territoriale, occupazione:
- La competitività complessiva del sistema-Abruzzo, con particolare riferimento allo sviluppo delle reti materiali (trasporti) ed immateriali (telematica) e alla promozione del territorio
- Le imprese, soprattutto orientando e qualificando lo sviluppo delle piccole e medie imprese abruzzesi in termini di innovazione, tecnologia, ricerca, internazionalizzazione, commercializzazione, realizzazione di marchi di qualità e di sostegno ai sistemi produttivi locali e alla nascita di distretti veri e propri, anche potenziando gli indotti delle grandi aziende presenti in Abruzzo (con le quali a questo fine bisogna mettere in piedi un confronto), puntando ad una integrazione vera tra imprenditoria endogena ed esogena
- Le risorse naturali e storico-culturali, viste in termini di sviluppo compatibile e non solo in termini conservativi e di vincolo
Accanto alle priorità settoriali vanno sempre tenute presente le priorità strategiche da perseguire trasversalmente in ciascun comparto: occupazione; formazione; riequilibrio territoriale; valorizzazione dello sviluppo locale; riforma della pubblica amministrazione; ambiente, salute e sicurezza. La distribuzione delle risorse sugli assi tiene conto del rapporto tra:
- Investimento pubblico e cofinanziamento privato
- Opere di infrastrutturazione e valorizzazione dei nuovi bacini di impiego occupazionale
- Ruolo della Regione e ruolo dello sviluppo locale, con i PIT (Programmi Integrati Territoriali) quale elemento di raccordo tra la programmazione regionale e la programmazione negoziata
Proponiamo che quanto prima si tenga una riunione di concertazione con le parti sociali e la Giunta Regionale che metta insieme i protagonisti della programmazione negoziata e i responsabili politici e tecnici della programmazione regionale per fare il punto della situazione ed individuare il percorso per assicurare un efficace coordinamento tra i diversi livelli della programmazione alla vigilia del passaggio alla fase operativa. Riteniamo che la scelta di dare un ruolo rilevante alla programmazione decentrata e ai PIT nell’ambito del ciclo di investimenti pubblici 2OOO~2OO6 si potrà rivelare una risQrSa in più se- -sapremo garantire un coordinamento efficace ed evitare che l’articolazione si traduca in frammentazione e dispersione. Il Docup è stato oggetto di un intenso lavoro di partenariato nel Comitato Regionale, per cui le ventilate eventuali modjfìche al documento, diverse da quelle tecniche sollecitate dal Ministero, non potrebbero che comportare un nuovo passaggio con i soggetti che hanno approvato la stesura che è stata concertata. In ogni caso, è interesse dell ‘Abruzzo evitare dilazioni nel passaggio alla fase operativa della programmazione. La lotta alla disoccupazione e l’aumento del tasso di occupazione sono priorità assolute. Il POR mette a disposizione ingenti risorse per creare le nuove strutture dei servizi per l’impiego, dalla riqualificazione del personale all’informatizzazione, alla formazione delle nuove figure professionali necessarie: è un’occasione da non perdere. E’ necessario completare con estrema urgenza l’istituzione delle Commissioni provinciali permanenti tripartite e chiediamo alle Province di avviare rapidamente il confronto per la riorganizzazione e riqualificazione dei servizi per l’impiego. L’istruzione è il cuore delle nuove politiche attive del lavoro. C’è un rapporto diretto tra grado di istruzione e maggiore occupazione: attualmente, chi ha una formazione modesta lavora mediamente 10 anni in meno di chi ha una preparazione superiore. Proponiamo un momento di confronto specifico sul sistema della conoscenza in Abruzzo (istruzione ,formazione, ricerca), per fare il punto su un approccio integrato al problema e dare impulso ad un utilizzo ottimale delle opportunità offerte dal ciclo di investimenti 2000-2006. Il pieno impiego deve essere l’obbiettivo, anche recuperando un dato di insufficiente tasso di attività riscontrato in Abruzzo, oltre che abbattendo il tasso di disoccupazione e affrontando i nodi dei disoccupati di lunga durata, dei 174.000 iscritti al collocamento, di una adeguata legislazione di sostegno per i contratti atipici. Particolare rilievo deve essere attribuito ai temi del lavoro delle donne e allo sviluppo dell’occupazione femminile, puntando al superamento di un dato di debolezza strutturale della realtà abruzzese. La Giunta deve dedicare al problema lavoro uno specifico tavolo di concertazione, che nell’immediato porti all’individuazione di un fondo per l’occupazione nella Finanziaria regionale, a partire dal quale arrivare ad un patto per il lavoro. L’utilizzo delle risorse pubbliche e la capacità di stimolare l’investimento di capitali privati saranno decisivi, ma non possono esaurire l’impegno della Regione, che dovrà rivedere ed adeguare la legislazione anche non direttamente collegata alla programmazione: meno leggi, più chiare, meno dispersive, raggruppate in leggi quadro e testi unici. In particolare, vanno rivisitate ed aggiornate le leggi per le politiche attive del lavoro, e vanno realizzate leggi regionali di settore, tra cui indichiamo le seguenti:
*industria (comprensiva degli interventi per favorire l’innovazione, la commercializzazione, il
conseguimento dei marchi di qualità, l’internazionalizzazione, le ricapitalizzazioni societarie)
*energia (con il completamento della metanizzazione delle aree interne)
*trasporti
*agricoltura,ambiente,parchi
*turismo
La Regione dovrà adoperarsi per realizzare contratti di programma con le grandi imprese per costituire o potenziare poli di eccellenza (auto, elettronica etc). La promozione del territorio abruzzese in termini di possibile meta di nuovi insediamenti produttivi richiede semplicità e trasparenza non meno che infrastrutture ed incentivi. Chiediamo la costituzione di una Authority che abbia il compito di attrarre in Abruzzo nuovi investimenti. A breve dovrebbero finalmente essere operativa la maggior parte degli strumenti di incentivazione e di programmazione degli investimenti pubblici, che se sfruttati a pieno potranno consentire una vera svolta:
- il Docup, che sta per essere inviato definitivamente al Ministero, che provvederà ad inoltrarlo a Bruxelles (mentre la zonizzazione per l’obiettivo 2 è stata definitivamente approvata);
- il POR, già approvato e in via di pubblicazione
- il Piano di Sviluppo Rurale
- l’Intesa Istituzionale di programma
Inoltre, è acquisito il completamento della procedura per il riconoscimento degli aiuti in deroga previsti dall’art. 87 3 c del Trattato dell’Unione Europea (consentirà l’accesso alla legge 488 anche ad aree altrimenti escluse da aiuti). E’ auspicabile che quanto prima l’Unione Europea renda note le disponibilità sui PIC, tra cui in particolare i programmi Interreg ed Urban. E’ necessario istituire il Comitato di Sorveglianza previsto per l’attuazione ed implementazione del Docup e aprire il confronto sulla realizzazione dei complementi di programmazione. Le risorse dei fondi strutturali di pertinenza di ciascuno anno dovranno essere erogate entro massimo tre anni, pena il disimpegno automatico, senza ulteriori possibilità di proroga o rinegoziazione. Per trasformare le risorse potenziali in investimenti reali, bisognerà saper proporre opere cantierabili, concentrandosi non più tanto sulla programmazione di massima, quanto sulla programmazione definitiva e sulla capacità progettuale. La conoscenza approfondita dell’insieme degli strumenti di programmazione da parte degli operatori economici e della società abruzzese sarà molto importante, per cui chiediamo che la Giunta convochi quanto prima riunioni informative e divulgative nelle quali si faccia il punto sull’operatività dei diversi strumenti e sulle modalità per indirizzarvi progetti. Anche dal punto di vista della programmazione assume assoluta centralità il compimento della riforma della pubblica amministrazione, la delegificazione, la semplificazione, la realizzazione degli sportelli unici. Si deve lavorare sulle procedure per snellirle e renderle accessibili. L’esigenza di mettere in rete la pubblica amministrazione è stata condivisa da tutti, ma ad oggi non è stato ancora fatto nulla: si tratta di un ritardo gravissimo. Si rende necessaria un’opera di monitoraggio e di informazione sulla situazione presente ed in divenire, considerando la complessità della macchina e i processi in atto di decentramento e di riforma. La finanziaria regionale. La Finanziaria Regionale è il primo banco di prova concreto della nuova impostazione che promette il definitivo superamento dei finanziamenti a pioggia sostituito con precise scelte a favore delle priorità settoriali e territoriali indicate nei documenti di programmazione approvati, anche tenendo conto dei rischi di ulteriori svantaggi ai danni delle aree interne che potrebbero derivare dal combinato disposto delle zonizzazioni Obbiettivo 2 e 87 3 c in mancanza di adeguati interventi espressamente volti al riequilibrio territoriale. I margini di manovra rispetto ai vecchi bilanci si ampliano. La Finanziaria Regionale deve assumere come impostazione di fondo la prospettiva dell’integrazione dell’Abruzzo nella realtà economica e sociale delle regioni del Centro Italia. A questo fine va proseguita 1 ‘esperienza positiva del coordinamento delle Regioni del Centro Italia e la loro azione comune in sede europea. I trasferimenti che lo stato ha cominciato ad operare, come quello in corso del fondo unico per le imprese, danno alla Regione la possibilità di impiegare le risorse in modo coerente con le proprie strategie di sviluppo. E’ auspicabile che quanto prima la Giunta regionale vada oltre l’indicazione alquanto sommaria dei settori fatta in occasione dell’incontro del 6 ottobre dettagliando in modo più approfondito le scelte che intende compiere. La politica fiscale, il recupero dell’elusione e dell’evasione e i risparmi che è possibile realizzare operando razionalizzazioni e tagliando spese superflue devono essere indirizzati a recuperare una massa finanziaria apprezzabile per far quadrare i conti e disporre di somme adeguate per gli investimenti, escludendo categoricamente il ricorso a nuove tasse. Si pone con forza l’esigenza della riorganizzazione della spesa sanitaria, che costituisce il 60% del bilancio della Regione Abruzzo, ricercando un equilibrio equo ed efficiente tra spesa sociale e spesa sanitaria e, all’interno di quest’ultima, dando spazio alla prevenzione. La Finanziaria Regionale dovrà mettere in pratica l’impegno assunto dalla Giunta Regionale, la precedente e l’attuale, all’attivazione della clausola sociale all’interno di tutti gli strumenti normativi e di programmazione, per verificare che effettivamente l’azione legislativa ed amministrativa determino uno sviluppo valido anche sotto il profilo sociale, dando risposte ai bisogni e al tempo stesso creando nuova occupazione. Al primo incontro in cui la finanziaria regionale è stata introdotta in termini ancora molto generali dovranno seguire in tempi ravvicinati incontri specifici di approfondimento dei diversi temi, per poi procedere alla conclusione della concertazione complessiva sulla finanziaria in tempi utili, evitando nel modo più assoluto l’esercizio provvisorio, ma anche evitando di soffocare il dibattito con le parti sociali alla. prima vera occasione di confronto su scelte operative. Anche a livello dei comuni il sindacato dovrà attrezzarsi per confronti sistematici sui bilanci, a partire da temi quali 1 ‘acqua, i rifiuti, il gas, con l’obbiettivo di ridurre gli sprechi, migliorare la qualità della vita, scongiurare ulteriori prelievi fiscali. Le controparti private. La situazione attuale delle relazioni industriali è preoccupante a causa delle prese di distanza dalla concertazione e dei veri e propri attacchi al sistema contrattuale messi in atto a diversi livelli dal mondo imprenditoriale; qualora prevalessero queste spinte distruttive, ne risulterebbe preclusa una nuova stagione di dialogo sociale e si aprirebbe una fase di aspro conflitto. Una grande questione a monte delle relazioni industriali è la prospettiva competitiva che il sistema delle imprese intende imboccare, quella alta dell’innovazione, della ricerca, dell’alta tecnologia, della qualità, oppure quella bassa limitata alla competizione sui costi, la cui eccessiva compressione porta le imprese in rotta di collisione con il sindacato e i lavoratori. A livello regionale, l’incontro tra Cgil,Cisl,Uil regionali e Confindustria del 29 giugno scorso è stato un primo momento per provare a rilanciare il confronto bilaterale e il prossimo ciclo della concertazione, superando polemiche sulle definizioni. I temi su cui Cgil,Cisl,Uil e Confindustria intendono approfondire le posizioni e ricercare intese sono i seguenti: il mercato de lavoro e la riforma dei servizi per l’impiego; l’occupazione; la formazione professionale; il lavoro nero; la definizione di una legge-quadro sull’industria; le politiche di sviluppo territoriale; l’infrastrutturazione del territorio; l’istituzione di un fondo regionale per lo sviluppo. Intendiamo proporre anche alle altre organizzazioni degli imprenditori, dalla Confapi alle associazioni artigiane, di concordare un percorso di discussione congiunta. Per quanto riguarda gli enti bilaterali, superata la prima fase della loro esistenza, siamo per potenziarne l’attività, a partire dai temi della formazione e della sicurezza. L‘agenda di fine 2000. L’impostazione sopra delineata ha un respiro di medio periodo. Ci sono però questioni che richiedono risposte immediate. Indichiamo i punti che a nostro giudizio hanno un’oggettiva urgenza.
- La Finanziaria Regionale: bisogna fare quanto prima il calendario dei confronti da realizzare prima di arrivare ad un momento conclusivo della concertazione su questo passaggio fondamentale.
- La scadenza dei Lavori Socialmente Utili e la messa in atto delle iniziative volte alla loro stabilizzazione. Una soluzione corretta consentirebbe di evitare un disastro occupazionale e di liberare in prospettiva risorse da destinare alle politiche attive del lavoro. L’intesa realizzata con l’Assessore Regionale al Lavoro è un primo passo, cui devono seguire rapidamente e coerentemente gli altri, da parte di tutti i soggetti pubblici e privati interessati.
- La conferma dell’accordo regionale sulla concertazione e l’avvio del percorso per l’estensione della concertazione stessa a Province,Comuni,Comunità Montane.
- L’apertura di veri e propri negoziati tra l’Abruzzo, con la Giunta come capofila, e i grandi gruppi Telecom, Enel, Ferrovie, Autostrade, Poste, per invertire la tendenza al loro disimpegno dalla nostra regione e ottenere precisi impegni di investimento ed occupazionali.
La realizzazione della coincidenza territoriale dei distretti sanitari con le zone sociali e dell’osservatorio epidemiologico, oltre che le verifiche richieste nel documento unitario Cgil,Cisl,Uil Abruzzo espressamente dedicato ai temi della sanità e del sociale.
- La chiusura della lunga fase dei commissari nei Consorzi Industriali
- La realizzazione dell’osservatorio regionale sul rispetto dei Ccnl nel settore dei trasporti pubblici locali concordato con l’assessore
- La riforma della legge regionale sulla Formazione Professionale
- La Sicurezza, a partire dalla formalizzazione dell’intesa raggiunta con l’Assessore alla Sanità, per arrivare quanto prima ad un tavolo in cui tutti i soggetti che hanno un ruolo da giocare su questo tema assumano precise responsabilità per reagire alla situazione intollerabile che si è determinata, indegna dell’idea di società e di sviluppo che professiamo.
Documento di Cgil, Cisl, Uil Abruzzo 25 ottobre 2000
Schede di approfondimento
- Agricoltura, Ambiente e Montagna
Il quadro che emerge dalle statistiche evidenzia in Abruzzo consistenti aree a difficoltà di crescita ed alla ricerca di una propria identità culturale e di sviluppo. Nello specifico, riteniamo opportuno evidenziare le problematiche dei settori dell’Agro industria, delle zone interne e del sistema Parchi e riserve naturali, avendo come obiettivo concreto, da perseguire in tempi ragionevoli, la riduzione degli squilibri tra zone interne e fascia costiera. L’Abruzzo, regione del centro Italia, ricca di fermenti positivi, oggi, è caratterizzata da un dualismo settoriale e territoriale con contraddizioni ancora insoluti. L’Agro-industria, le zone interne e l’ambiente, rappresentano sicuramente le realtà più bisognose di interventi mirati da parte della Regione Abruzzo e degli Enti Locali, essendo stati considerati settori e realtà territoriali non trainanti dello sviluppo negli ultimi decenni. Scarsa considerazione, che si traduce, in termini concreti, in sottosviluppo, spopolamento, invecchiamento, perdita di opportunità di lavoro e di sviluppo e quindi ripresa per molti versi del la centenaria strada del l’emigrazione. Per queste ragioni, CGIL, CISL e UIL, ritengono, urgente ridefinire in tempi brevi: obiettivi strategie ed adeguare la legislazione regionale alle nuove normative, mediante una piena attivazione della L. 97/94 e della legge regionale 95/2000 e conseguentemente dei relativi regolamenti i cui ritardi applicativi determinano la perdita di occasioni di lavoro e sviluppo sociale per le popolazioni montane. A questo proposito occorre aggiungere un ruolo più incisivo degli Enti Locali ( Comunità Montane, Province, ecc) e degli Enti strumentali operanti nel settore (Arssa, C.B., ecc.). Nello specifico, due obiettivi ci sembrano urgenti:
1- Come primo occorre accelerare l’iter progettuale ed amministrativo per l’applicazione del Piano di Sviluppo Rurale, recentemente approvato dalla Commissione Europea e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Abruzzo. Dare attuazione a tutti i provvedimenti già concordati e che non trovano applicazione tempestiva o vengono applicati con ritardi considerevoli pensiamo ai programmi per la forestazione produttiva, protettiva ed ambiéntale. Occorre, inoltre, adeguare l’attuale normativa RegionaIe alle nuove misure.
2- Come secondo obiettivo occorre definire in tempi brevi Programma Leader Plus”. Il leader PLUS, a differenza dei precedenti programmi, predilige interventi intersettoriali nelle aree rurali o zone interne in un rapporto sinergico tra pubblico e privato. Su questo obiettivo bisogna attivare un tavolo di concertazione tra tutti i soggetti pubblici, economici e sociali; Poiché la maggior parte dei territori interessati dai progetti Leader riguardano aree interne o contigue ai Parchi e riserve, e, considerate le finalità simili o identiche di sviluppo ecocompatibile, si rende ancor più necessaria un Sinergismo programmatico e operativo tra GAL ed Enti Gestori delle aree protette. Occorre attivare un tavolo di concertazione a breve, considerato che l’U.E. ha già richiesto alla Regione Abruzzo le relative schede progettuali e che entro la metà di dicembre bisogna presentare il programma a Bruxelles.
A- I campi di intervento nei diversi settori possono essere così sintetizzati:
a- redazione di un piano di sviluppo agro-industriale capace di esaltare le filiere del l’olivicoltura, del la vitivinicoltura, dell’orticoltura e del la zootecnia tradizionale, ma anche di allevamenti di animali selvatici in “aree parco”. Redazione, inoltre, di piani per allevamenti di razze di animali domestici in via di scomparsa, anche mediante appositi premi incentivanti al fine di valorizzare carni e prodotti caseari di elevato valore gastronomico. Valorizzare, inoltre, attraverso programmi ed una normativa specifica, l’Agricoltura Biologica e i prodotti tipici della regione. Valorizzare, infine, il sistema dei marchi d’origine garantita e i consorzi di qualità, nonché l’applicazione dei regolamenti comunitari relativi alle DOP (denominazione di Origine Protetta) e alle IGP (Indicazione Geografica Protetta). Creazione di idonee ed efficienti servizi di controllo della origine e qualità dei prodotti DOP e IGP;
b- valorizzare il turismo, attraverso la fruizione dei luoghi non legati esclusivamente ai periodi invernali, l’agriturismo, ecc.;
c- perseguire, come obiettivo strategico per lo sviluppo delle zone interne, il recupero dei centri storici, dei paesi e villaggi montani, ecc.;
d- favorire programmi a sostegno delle attività di artigianato e di micro impresa collegati allo sviluppo locale ed al territorio,
e- migliorare le facoltà di collegamento con la grande viabilità e non privare i territori delle zone interne dei servizi (scuola, sanità, poste, ecc.), così da contribuire alla permanenza delle popolazioni nelle località interne;
f- Favorire programmi per la forestazione produttiva, protettiva ed ambientale e la gestione sostenibile delle foreste, nonché la manutenzione del territorio.
In modo particolare:
– le attività forestali rappresentano una grande occasione per lo sviluppo economico, sociale ed occupazionale delle succitate aree. Occorre che la regione si faccia carico della funzione sociale, turistica e paesaggistica del bosco. In tal senso occorre una nuova legislazione regionale ed un aumento dei finanziamenti regionali nel settore;
– gli incendi boschivi derivano, come tutti sanno, dall’incuria in cui sono lasciati i boschi. In un bosco curato c’è meno possibilità di incendi e, ove accadono, procurano meno danni.
Occorre favorire, quindi, una politica di prevenzione mediante l’uso (sperimentale) dei satelliti stazionali ed interventi di gestione e cura del territorio e del bosco, favorendo anche la cura dei boschi di pr6prietà privata.
Nel contesto delle attività produttive del settore forestale, occorre sviluppare le cosiddette attività collaterali come il vivaismo, l’utilizzo della massa legnosa e dei prodotti del sottobosco. Queste attività costituiscono buone opportunità per l’incremento dei redditi e per la stabilità occupazionale anche se in forma stagionale ed integrata con altri lavori. In quest’ottica diventa urgente la redazione, infine, del Catasto forestale e dei piani di sviluppo forestale.
g- altro argomento meritevole di attenzione riguarda l’inquinamento dei fiumi e delle falde sorgive. Occorrono interventi immediati nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale.
B- Parchi e Riserve Naturali
Altro argomento centrale riguarda la difesa dell’ambiente e dei parchi. Una opportunità, quella dei parchi, che negli ultimi anni non solo l’Ente Regione, ma anche la società civile, ha cercato di coglierne tutte le potenzialità creando un sistema di aree protette che indubbiamente costituisce un valore sociale, ambientale ed economico. Tuttavia bisogna essere coscienti che non basta istituire parchi e riserve per risolvere i problemi atavici delle zone interne e della montagna. Per quanto riguarda lo specifico delle problematiche ambientali, si dovrebbero favorire azioni finalizzate:
– al pieno recupero ed alla piena valorizzazione del paesaggio;
– alla difesa del suolo;
– infine, alla valorizzazione dei parchi e delle riserve, nel pieno rispetto della normativa nazionale e regionale.
CGIL,CISL e UIL ritengono opportuno confermare le posizioni già note circa lo sviluppo e la valorizzazione dei parchi attraverso il progetto APE, anche d’intesa con le altre regioni del centro Italia, favorendo un reale coordinamento tra regioni, Enti locali ed Enti parco. La Regione Abruzzo, dovrà rendere fruibile le risorse ambientali anche per attività economiche sostenibili, cioè ecocompatibili.
* In questo contesto proponiamo la costituzione di un9Agenzia regionale sulle politiche ambientali finalizzata a promuovere un quadro d’assieme delle diverse opportunità, strategie e dei nuovi lavori e di orientamento a livello di scuole e formazione professionale.
* Infine l’attivazione di uno “sportello parco” nell’ambito dello sportello unico regionale
in grado di interloquire a favore dei cittadini ed imprenditori con particolare attenzione all’autoimpresa ed alle attività educative verso i giovani. La Regione, nel contesto delle zone interne, non può non tener conto della specificità delle aree montane, come territorio aperto ed. interconnesso con la pianura e le aree urbane, essenziale per la riduzione degli squilibri tra centri montani e fascia costiera e per consentire alle città capoluogq di svolgere adeguatamente la funzione di città-servizi ai centri minori ed alle comunità delle zone interne.
C- Ruolo ENTI LOCALI e STRUMENTALI
Le prime considerazioni riguardano L’Assessorato Regionale all’Agricoltura e la sua struttura periferica. L’Assessorato dovrebbe assumere un ruolo di indirizzo della legislazione e demandare agli enti locali o strumentali la gestione delle pratiche, attuando la delega alle Province secondo la legislazione vigente, previa consultazione con le Organizzazioni Sindacali.
a- ARSSA: una attenzione particolare va alla nuova agenzia, che dovrebbe, anzitutto, vedere evolvere le sue caratteristiche, da strumento meramente operativo della Regione ad organismo dotato di maggiori margini di autonomia. diventa necessario un ruolo più incisivo e di indirizzo reale nell’ambito del comparto agro-industriale e rapida applicazione della legge di riforma. Infine, un suo maggiore radicamento su tutto il territorio regionale.
b– C.B.: superamento dell’attuale gestione commissariale con l’elezione dei Consigli di Amministrazione e dei relativi presidenti. Occorre definire la natura dei Consorzi di Bonifica senza equivoci, attribuendo ad essi un ruolo tecnico ed operativo a Servizio delle istituzioni locali, cercando, nel contempo, una maggiore sinergia con i consorzi acquedottistici per l’uso plurimo delle acque ed in prospettiva, promuovere un agenzia unica delle acque. E’ indispensabile programmare per il prossimo triennio l’ammodernamento tecnologico e strutturale di tutta la rete irrigua, obsoleta, anche per prevenire i pericoli di alluvioni. Infine necessita adeguare l’attuale normativa regionale.
c- CGIL, CISL e UIL, ritengono necessario che vengano coinvolte le Università abruzzesi e nello stesso tempo che vadano valorizzati i centri regionali di ricerca e di sperimentazione, allo scopo di favorire gli operatori agricoli ed offrire agli Enti interessati un supporto scientifico alla soluzione delle problematiche emergenti, per il miglioramento delle produzioni, specie quelle caratteristiche dell’Abruzzo e loro commercializzazione. Solo attraverso un nuovo “patto sarà possibile favorire lo sviluppo delle zone interne, del sistema dei parchi e dell’agro-industria, se vogliamo invertire la rotta rispetto alle condizioni di attuale marginalità in cui si trova oggi un pezzo considerevole del nostro territorio regionale.
“PREVENZIONE, INTEGRAZIONE SOCIO – SANITARIA”
Il movimento unitario sindacale abruzzese si pone l’obiettivo della costruzione di una sanità al servizio dei cittadini. Il secondo Piano sanitario regionale (P.S.R.) ed il Piano Sociale, (P.S.) dei quali il sindacato abruzzese ribadisce il valore dei principi assunti, anche attraverso la concertazione con la Giunta regionale, devono oggi essere rivisitati sulla base delle leggi di riforma che sono la legge 229/99, la cosiddetta riforma ter della sanità, e la Legge Quadro sull’assistenza approvata solo recentemente. Un quadro legislativo che ci consente di uscire da un sistema sanitario autoreferenziale, ponendo al centro la persona, il cittadino, l’utente. Quando si dice utente si pensa a cittadine e cittadini e quindi ad un servizio che risponde ai bisogni, un sistema che difende i diritti di cittadinanza. lì diritto al benessere é certamente prioritario, infatti il D.L.gs 229, articolo 1, definisce la tutela della salute “un diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività; diritto garantito dal Sistema Sanitario Nazionale che assicura livelli essenziali ed uniformi di assistenza”. lì movimento sindacale abruzzese vuole fare sì che questi diritti non restino scritti nelle leggi, che da diritti virtuali diventino servizi concreti, anche con la consapevolezza che sancire un diritto non vuoi dire automaticamente averlo soddisfatto. Allo stesso modo il D.L.gs 229/99 definisce i livelli essenziali ed appropriati di assistenza senza che essi dipendano direttamente ed esclusivamente dalle compatibilità economiche. Restano, quindi; fondamentali il governo ed il controllo della spesa pubblica anche in considerazione del nuovo federalismo fiscale, togliendo però alla disponibilità finanziaria la prerogativa di essere l’unica variabile indipendente. Il 20 PSR approvato appena un mese dopo la riforma fa riferimento solo ai principi universali, ma ovviamente non tiene conto delle scelte e delle indicazioni della riforma stessa. Cgil-Cisl-UiI, in sede di concertazione con la Giunta regionale, avevano già posto il problema di un futuro adeguamento del Piano Sanitario, ma ciò non deve accumulare ritardi fornendo l’alibi di rinvii nella sua applicazione. Per tali motivi chiediamo l’immediata realizzazione di ciò che nel PSR è coerente con la legge di riforma, per contemporaneamente lavorare ad una Legge Regionale di recepimento del D.Lgs 229. Una scelta politica giudiziosa e ricca di buon senso in grado di accorciare i tempi del nostro lavoro senza pregiudizi per la qualità dei servizi sanitari. Il sindacato unitario abruzzese deve imporre alla Giunta Regionale. una pratica concertativa che non si fermi ai principi generali, per contemplarli, ma che entri nel merito. Per questi motivi, definiti gli obiettivi e le metodologie da adottare ail livello regionale; Cgil-CisI-UiI decidono di riprendere una forte e contestuale pratica concertativa nei territori, nelle ASL nei luoghi di consumo della gestione dei servizi, dell’affermazione della qualità, efficacia ed economicità delle prestazioni. Non è sufficiente raggiungere ed ottenere buone leggi o buoni accordi, il movimento sindacale ne pretende l’applicazione, a partire dallo stato di attuazione del P.S.R. e del Piano Sociale.
Dunque con queste premesse, CGIL CISL UIL abruzzesi individuano i seguenti terreni prioritari ed inscindibili:
1) efficacia della prevenzione e della tutela della salute nei luoghi di lavoro;
2) realizzazione della rete dei servizi sanitari e socio-sanitari e contestuale deospedalizzazione quali strade obbligate per creare la sanità che vogliamo.
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a) PREVENZIONE E TUTELA DELLA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO
La cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro è per il sindacato un valore. La Piattaforma di CgiI-Cisl-Uil su infortuni, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è parte integrante di questo documento ed indica un minuzioso piano di lavoro di tutte le strutture del sindacato abruzzese. La piattaforma coglie la drammaticità della situazione, non si può assistere passivamente ai drammi che colpiscono gli affetti più cari delle famiglie dopo una morte sul lavoro, una invalidità permanente o una malattia professionale. I Dipartimenti di Prevenzione, con un sistema a Rete fino ai Distretti sanitari di Base, vanno istituiti e organizzati in ogni ASL: essi hanno il compito di garantire la tutela della salute collettiva pèrseguendo obiettivi di promozione della salute, prevenzione delle malattie e delle disabilità e di miglioramento della qualità della vita. Nonostante il P.S.R. ne prevede l’istituzione individuandone con precisione compiti e consistenza a tutt’oggi possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che pochissimo è stato fatto perché abbiano la minima funzionalità. Siamo molto lontani dal 6% della spesa prevista, nel P.S.R., per la prevenzione con tutte le conseguenze ovvie che ciò comporta. E’ allarmante la bassissima percentuale di copertura degli organici dei servizi di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro. Su questo punto non ci possono essere rinvii nè alibi per la Giunta Regionale e per i Direttori Generali delle ASL. Vanno attivate le Commissioni regionali e provinciali ed il Comitato Regionale di Coordinamento, predisposti progetti di Formazione Continua, per chi lavora nei settori pubblici e privati come previsto dalla Legge 626. La Formazione deve iniziare all’interno delle scuole affinché l’impegno sul terreno della prevenzione diventi una cultura diffusa ed egemone, mentre la Regione Abruzzo deve programmare iniziative, confronti, seminari, piani di informazione. Insieme alle misure di sostegno economico alle imprese la Regione deve pretendere piani di valutazione dei rischi aziendali e di rispetto delle condizioni di sicurezza e di tutela della salute.
B) RETE DEI SERVIZI SANITARI E SOCIO SANITARI
Il P.S.R. definisce compiti e funzioni del distretto sanitario di base (DSB). Definizione che non corrisponde al distretto così come individuato dal D.Lgs 229 non tanto in termini di popolazione minima, ma come luogo in cui il bisogno di salute si esprime e trova accoglienza, dove il cittadino va orientato verso altre strutture. Il Distretto è, secondo la riforma, l’articolazione della unità sanitaria locale che si attiva per organizzare la risposta, coordinando l’insieme dell’offerta possibile. E’ il luogo dell’integrazione socio-sanitaria nonché del coordinamento con i dipartimenti e servizi aziendali, inclusi i Presidi Ospedalieri (PO). Si tratta di arrivare ad un Programma delle Attività Territoriali ed al Coordinamento dei Distretti; è evidente che funzioni e numero, degli attuali DSB., non rispond9no alia scelta della riforma e vanno rivisti come da tempo richiesto da Cgil-Cisl-Uil. Il Distretto deve attivare un circuito virtuoso fra attività sociali e sanitarie e di integrazione con il Comune in modo da dare continuità all’assistenza. La continuità tra sociale e sanitario fa sì che oltre al tempo della cura sia possibile intervenire sui problemi che quella malattia ha generato. E’ necessaria la collaborazione tra l’istituzioni competenti e la gestione unitaria delle diverse fonti di risorse. E’ il nuovo Distretto che:
1) rileva il bisogno complessivo di salute della popolazione;
2) indirizza il cittadino, a seconda del bisogno, verso i servizi sul territorio quali l’ADI, le strutture diurne, le Residenze assistenziali e sociali.
Il Distretto riformato rende reale il ruolo di programmazione dei Comuni, con lo spostamento di poteri, decisioni e risorse dal livello regionale ai singoli territori. I comuni hanno la titolarità per approvare il piano attuativo locale, il budget di risorse e a controllare i risultati di gestione. I Comuni devono essere coinvolti sul piano della programmazione della spesa e della localizzazione dei servizi con il coinvolgimento dell’ANCI, UPI e UNCEM anche ai fini di un necessario coordinamento nei rapporti con le
A.S.L.
La nuova legge regionale di recepimento del D.Lgs 229 deve innanzitutto ridefinire il numero dei Distretti che noi chiediamo siano coincidenti con gli ambiti sociali del Piano Sociale Regionale. Cgil, Cisl ed Uil intendono riproporre, con decisione, la realizzazione di una rete dei servizi in grado di soddisfare i bisogni di salute delle cittadine e dei cittadini che realizzi un riequilibrio fra ospedale e territorio con servizi orientati alla prevenzione e alle strutture alternative al ricovero destinando loro risorse appropriate. Entro il duemila vanno fatte le seguenti verifiche sulla:
1) realizzazione dei servizi previsti nei Progetti Obiettivo, a partire
dall’abbattimento delle liste di attesa:
2) distribuzione tra spesa ospedaliera e prevenzione;
3) mancata apertura delle strutture pubbliche RSA già finanziate con i fondi dell’art. 20 della finanziaria 1988;
4) programmazione concertata tra sindacati e G.R. per i tempi di attivazione delle R.S.A. pubbliche, private ed Onìus quali strutture alternative alla degenza e alla cronicizzazione delle fasce deboli della popolazione anche tenendo conto del riequilibrio territoriale:
5) metodologia e tempistica di realizzazione dell’Osservatorio Epidemiologico, senza il quale nessuna programmazione può ritenersi soddisfacente;
6) programmare l’attivazione delI’A.D.l. su tutto il territorio abruzzese. Il servizio, coordinato dai distretti, deve coinvolgere il medico di medicina generale di base convenzionato con le ASL;
7) concretizzazione della legge regionale di recepimento del D.Igs 229 (Riforma Sanitaria Ter). Quest’ultimo punto assume rilievo nell’iniziativa di CGIL CISL UIL per il riequilibrio regionale e la territorializzazione dei servizi socio-sanitari. L”Osservatorio è diventato un impegno sbandierato e mai realizzato; le ragioni di tali ritardo non danno ragione, e scientificità, ad un processo di razionalizzazione della rete ospedaliera, non raggiungibile solo attraverso operazioni matematiche, ma anche mediante un processo complesso di riconversione di risorse sia finanziarie che umane. CgiI-Cisl-Uil, inoltre, in riferimento al rapporto tra pubblico – privato, indicano la via della competizione e non della concorrenza. Avere introdotto la concorrenza e la libera scelta come unici strumenti per favorire efficienza ed efficacia è stata una scelta sbagliata, da correggere con altri criteri. Lo stato di inefficienza della sanità abruzzese suggerisce, infatti, la introduzione di principi di competizione sulla qualità e non sul numero dei servizi e delle prestazioni che vengono erogate, competere sulla loro qualità e sul modo con cui vengono erogate invece che sul fatturato. Occorre che il privato riscopra una capacità progettuale investendo risorse proprie riscoprendo il gusto del rischio imprenditoriale. Cgil-Cisl-Uil denunciano, tra l’altro, il dilagare nelle pubbliche amministrazione e nelle ASL, della piaga del lavoro sottopagato attraverso l’affidamento di servizi a cooperative e società mediante appalti al massimo ribasso che non garantiscono né l’efficienza né la qualità professionale necessaria. Le scelte indicate dai sindacati confederali abruzzesi affrontano compiutamente il rischio di una cattiva sanità finanziata da un aggravio di tasse ai cittadini abruzzesi. Con il Dlgs 56 dell 8.2.2000 in materia di federalismo fiscale, una parte consistente dei trasferimenti erariali, in particolare il FSN, sarà abolita; di contro le Regioni parteciperanno al gettito di alcune imposte (Iva, Irpef e benzina). Inoltre per la sanità verrà abolito il vincolo di destinazione delle risorse regionali e sostituito con l’adozione da parte del Governo di indicatori quali-quantitativi e standard minimi di assistenza ed un sistema di monitoraggio. Infatti il modello di federalismo fiscale italiano è di tipo verticale con meccanismi di perequazione nazionale e di solidarietà governata dal centro. Ma va detto che la principale risorsa propria delle regioni è l’lrap (un’imposta collegata allo sviluppo del reddito locale) che ha finanziato in gran parte la fiscalizzazione dei contributi sanitari. E’ evidente che se lo sviluppo locale segna il passo, le risorse a disposizione saranno insufficienti, di conseguenza se non si definiscono obiettivi di efficacia ed efficienza del sistema sanitario su tutto il territorio nazionale, le differenze dello sviluppo tra le regioni, avranno ricadute negative immediate sui cittadini. Possono essere seriamente messe in discussione la coesione sociale e l’universalità dei diritti invocando il principio della sussidiarietà secondo il quale lo stato diviene garante solo alla fine, limitandosi appunto a sussidiare la manchevole iniziativa del mercato. Anche per questi motivi CgiI-CisI-Uil aprono una formale vertenza sui temi dello sviluppo sociale ed economico della nostra regione.