Non nascondo il mio sconcerto rispetto alla alta risonanza che la vicenda “Giuochi del Mediterraneo” sta procurandosi nel dibattito politico, ma soprattutto lo spazio che sta avendo sulle pagine, stampa e Tv, di informazione locale.

All’atto della decisione di svolgere la Manifestazione sportive a Pescara, anche se qualcuno frettolosamente ha subito aggiunto i dintorni fino all’intero Abruzzo,  mi scappò un sorriso di sgomento di fronte agli entusiasmi di molta parte della classe politica abruzzese.

Da tenace osservatore delle cose e degli avvenimenti sportivi  non riuscivo a capire il perché di tanto  fervore ed allegria, considerata la scarsa rilevanza della Manifestazione a suo tempo svoltasi ad Almeria, e dei titoli ad essa dedicati dalla stampa sportiva davvero modesti e non considerati meritevoli di servizi e di immagine.

Per questi motivi, alla prima occasione di confronto con esponenti di spicco della passata maggioranza di centro-destra  e del Presidente Pace, sollevammo come CGIL le nostre perplessità sul rischio di impegnare risorse regionali a favore di una iniziativa non essenziale per lo sviluppo dell’Abruzzo, togliendole ad altri settori più meritevoli di aiuto ed economicamente e socialmente più promettenti e redditizi.

Ora, a rafforzamento che le nostre opinioni non erano peregrine, si aggiunga che in sede di prima discussione del Bilancio 2006 della Regione, emerge, in tutta la sua drammaticità,  una situazione  economica dell’Abruzzo dove sono del tutto scarse e inconsistenti risorse finanziarie per almeno “avviare” nuove politiche di sviluppo

Solo con una accorta politica di programmazione e di riconversione della spesa, a partire dal settore sanitario, si potranno individuare fondi da destinare al rilancio dell’economia e al sostegno delle fasce deboli e svantaggiate della società abruzzese.

Ma tornando agli incontri con i governanti regionali del tempo ed alle loro risposte, e alle loro dichiarazioni vertiginosamente entusiastiche ed auto-celebrative, esse propagandavano la certezza di finanziamenti nazionali pari a 170-180 miliardi di vecchie lire, assegnando al co-finanziamento regionale e delle Amministrazioni locali cifre pressoché simboliche.

A fronte di questo assordante concerto di tanti facili ottimisti, è emersa in noi una ulteriore preoccupazione: come evitare che il cosiddetto Villaggio Olimpico, finanziato dai cospicui conti pubblici vantati, si trasformi in un occasione ghiotta per una imprenditoria ghiotta di business e per nulla interessata ai ritorni sociali delle opere e delle infrastrutture e delle residenze da realizzare per l’ospitalità..

Un discorso questo che vale anche quando si parla, ad esempio, del nuovo Palazzo della Regione, una altrettanto ghiotta occasione per i soliti noti.

Ma il tempo, come sempre, è galantuomo.

I fondi nazionali favoleggiati a suo tempo sono dimagriti fino al rachitismo. La Finanziaria 2006 non riesce neppure a coprire il deficit prodotto da dissennate politiche economiche e fiscali del Governo Berlusconi e, tanto meno può prevedere  le risorse promesse per la Manifestazione sportiva.

E’ davvero allora sconcertante la discussione tuttora in corso e soprattutto è scandaloso che si possa chiedere ad una Regione indebitata fino al collo di sostituire

Allora che c’entra tutta la discussione in corso e, soprattutto, come può riguardare una Regione indebitata fino al collo da passate politiche superficiali e clientelari, che ha difficoltà a  dare risposte adeguate alle esigenze di nuovo sviluppo, innovazione e ricerca, sulle quali deve comunque impegnarsi.

Aggiungiamo. Ma siamo tutti consapevoli sulla circostanza che l’Abruzzo è in grave crisi, con un PIL al di sotto dello zero,  bisognosa di nuove politiche industriali e obbligata a prevedere solidarietà e risorse di sostegno al reddito di  una grande parte della propria collettività, oggi alle prese con difficoltà di risposta alle più minime esigenze di mantenimento di una vita decorosa e dignitosa ?

È una domanda , spero, retorica. Le risposte sono contenute nella stessa domanda  le priorità sono innovazione per lo sviluppo e sostegno al sistema produttivo e sostegno alla qualità della vita degli abruzzesi.

 

Di Franco Leone

ex Segretario Generale della Cgil Abruzzo - ex Seg. Generale Cgil Pescara e dello Spi Regionale.