I dati sulla crescita della povertà in Abruzzo sono nascosti nei cassetti dell’Assessore alla Politiche sociali.
La Giunta Regionale abruzzese, sin dall’insediamento, ha predisposto risorse per consulenze, studi e ricerche per conoscere lo stato del bisogno reale della popolazione in termini di interventi, servizi e sostegni sul terreno sociale.
Le ricerche avrebbero dovuto fornire, dati e parametri, per politiche mirate ed armoniche alle reali esigenze.
Gli esiti delle ricerche sono, dopo anni dalle loro conclusioni, del tutto sconosciuti agli operatori, ma non alla Giunta, o all’Assessore alle Politiche Sociali, che ha voluto tenere nel cassetto gli elaborati, per poter avere le mani libere e, così, selezionare gli interventi secondo convenienze politiche.
Convenienze del tutto estranee ai reali bisogni dei cittadini abruzzesi, come è ampiamente dimostrato dallo:
- Studio esplorativo su lavoro e povertà in Abruzzo. Forme della disuguaglianza. Condotto dalla Cooperativa Arkè ed Ires Abruzzo (la prima pubblicazione organica sull’argomento pubblicata in Abruzzo);
- Osservatorio regionale sulle nuove povertà. Rapporto 2005 della Cgil Abruzzo.
Interventi regionali.
La Finanziaria regionale 2005, riduce ca. il 50% delle risorse assegnate nell’anno precedente, tradendo per la quarta volta di fila l’impegno assunto con CGIL-CISL-UIL e Sindacati confederali dei pensionati, per il raddoppio della spesa sociale, in sede di previsione, all’interno del Bilancio regionale;
- Le proposte legislative più recenti, senza indicare priorità, dichiarano di volersi occupare di tutto, ma ricordiamo con diminuite e più esigue risorse;
- Anche in tema di politiche sociali, la Giunta Regionale non abbandona la propria visione di un mondo abruzzese del tutto roseo e da piccola Svizzera, aderendo al verbo Berlusconiano che esclude l’esistenza di un impoverimento estesosi, negli ultimi anni, a macchia d’olio su una grande parte degli abruzzesi.
In polemica, con il rapporto 2004 della Cgil Abruzzo, l’Assessore regionale alle Politiche Sociali confuto i dati, annunciando una pubblicazione ufficiale di dati più veritieri.
Siamo ancora in attesa, ma oggi possiamo dire che tutto questo non è avvenuto perché i dati, a sua conoscenza, somigliavano a quelli pubblicati dalla CGIL.
Un comportamento che si ripete:
- all’inizio del 2003 abbiamo denunciato che l’Abruzzo stava entrando in una fase recessiva, con il rischio di migliaia di licenziamenti e di esasperata precarizzazione dei rapporti di lavoro. – La Giunta ci ha accusati di catastrofismo.
- all’inizio del 2004 abbiamo denunciato il rischio che agli 8.000 posti di lavoro persi, nel triennio 2001-2003, si sarebbero aggiunti altri 9.000. – La Giunta ci ha insultati con accuse, tipo, “organizzatori del Tour della disperazione”.
I risultati sono noti.