Il mare allarga lo spazio di vita degli uomini, del territorio e delle attività. Viverlo è ricchezza e cultura.
Gli antichi Fenici guardavano la terra dal mare e ne intuivano, con la saggezza che deriva dalla esperienza, tutte le potenzialità utili ai loro commerci e traffici.
La regione Abruzzo, dopo anni di discussione e dibattiti, ha indicato le azioni per Pescara trasporto passeggeri , turistica e porticciolo turistico, per Ortona e Punta Penne (Vasto) la localizzazione delle attività commerciali.
Sono tanti i motivi che hanno portato a queste scelte, un è il più importante ed è, come noto, dettato dalle caratteristiche naturali e soprattutto da quelle dei fondi marini.
Se alle caratteristiche strutturali dei fondi si aggiungono le vocazioni è facile comprendere che tutte le opere da realizzare, sul porto di Pescara, devono avere una duplice funzione:
- Esaltare la funzione passeggeri e turistica con la previsione di tutti i servizi ed infrastrutture in grado di valorizzare l’attività individuata;
- Realizzare un’opera portuale che sia conseguente, cioè rendere godibile il mare e la spiaggia circostante attraverso un’opera di difesa e di restauro ambientale.
Realizzare le opere che rendono
L’Abruzzo nella specializzazione dei comparti ha ricercato le possibili integrazioni funzionali tra i diversi scali marittimi e le ragioni del loro sviluppo. Di conseguenza la polemica sul potenziamento del Porto di Pescara deve trovare uno sbocco positivo nella accettazione di indicazione programmatiche solennemente fatte proprie e accettate, durante la fase di concertazione, dalla regione e dalle rappresentanze economiche, sociali ed istituzionali. Queste scelte escludono lo spreco di risorse per il potenziamento, a fini commerciali, del porto di Pescara, e al contrario richiedono uno sforzo concentrato per la piena ed efficiente funzionalità del Porto di Ortona, che è intanto specifico interesse di Pescara e del suo sviluppo produttivo ed economico. Infatti il potenziamento dello scalo di Ortona può avviare una prospettiva di sviluppo dell’Abruzzo, per candidarlo ad essere partecipe dei grandi progetti di logistica nazionale ed internazionale. È tutto qui l’interesse di Pescara, favorita dalla sua vicinanza ad Ortona, e quindi dell’intero Abruzzo, è non quello di sciupare risorse, per la realizzazione di opere e spazi portuali, di dubbia funzionalità: ricercare tutte le occasioni, per dare soluzione a una più forte funzionalità del Porto commerciale di Ortona e dell’intero sistema portuale programmato. Questo esplicito impegno, già espresso dalla Regione Abruzzo, richiede alle istituzioni ed alla Amministrazione Comunale di Pescara, comportamenti coerenti in grado di legare a filo doppio i progetti di crescita, alle già esistenti politiche di relazione, e di scambio economico e culturale, tra i popoli e le nazioni del Mediterraneo. Gli Abruzzesi devono vedere nella marittimità , la possibilità di recuperare una politica di buon governo delle risorse, tra di esse il Mare, come luogo, per la esplicazione di moderne politiche dei Trasporti, : partendo innanzitutto dalla necessità di incentivare e sviluppare il piccolo e medio cabotaggio e cioè di avviare l’importante svolta politica di privilegiare il trasporto via mare delle merci non deperibili liberando così le strade dal traffico su gomma. Ma c’è un altro motivo che deve indurre alla riflessione, e consigliare maggiore prudenza nel considerare il mare quale depuratore senza limiti, come luogo dove scaricare rifiuti di ogni genere. La passata stagione estiva, con le sue problematiche ambientali, provocate dalle opere portuali, ha già prodotto danni alla economia turistica e balneare dell’area pescarese, non esiste la necessità di moltiplicare, con opere di dubbio valore produttivo e funzionale, i problemi esistenti, ma nemmeno appare giustificato il rischio che i cittadini pescaresi e dell’entroterra abruzzese non debbano godere pienamente i vantaggi, anche economici, di un mare vicino e pulito.